Lo chef Jean Sulpice ci ha offerto la sua visione di Opinel per il 130° anniversario del marchio. 

JEAN SULPICE, chef stellato del ristorante L'Auberge du Père Bise - Annecy

Desidera dire qualche parola di presentazione?

Sono nato ad Aix-les-Bains e sono figlio degli alpeggi e delle vette. Vengo da una famiglia di ristoratori da tre generazioni, una tradizione familiare che perpetuo, essendo lo chef del mio ristorante L’auberge du Père Bise a Annecy e gran chef Relais et Châteaux. Ho due grandi passioni: i grandi spazi aperti da cui traggo ispirazione e la gastronomia.

Qual è il suo primo ricordo di Opinel?

Il mio primo Opinel mi è stato regalato da mio nonno Marcel, per andare a raccogliere funghi. Un buon savoiardo ha sempre il suo Opinel in tasca. Da allora sono un vero e proprio collezionista.

Per molti, Opinel è sinonimo di trasmissione e know-how. Quali sono per lei i valori trasmessi da Opinel?

Amicizia, trasmissione e scambio. Quando si acquista un coltello Opinel, si riceve oro in cambio. Più che un coltello, è un oggetto su cui rimarranno impressi i ricordi di una vita. Mi piace il modo in cui il coltello si modella nella mano del suo proprietario. La sua usura è proporzionale alla sua storia!

Se dovesse sceglierne solo uno, quale sarebbe il suo coltello di riferimento Opinel?

Il N°10: è il mio migliore amico! Si infila in tasca o nello zaino ed è estremamente versatile.

Opinel in tre parole?

Per la vita! Sono tre parole, giusto?

Credito Fotografico: Kalice Studio